lunedì, giugno 09, 2014

telefim VS film



Ogni tanto mi tocca partecipare o sentire uno dei dibattiti che di tanto in tanto ritornano come ondate dopo la risacca.
A cosa divertente è che come certe credenze popolari e quando non vengono espresse comunque permeano l'aria.
Una di queste leggende metropolitane di cui tutti sono convinti sostenitori è che i film siano meglio del telefilm: i film sono opere d'arte, i telefilm sono prodotti commerciali di scarsa qualità. SEMPRE.
In cima portano con sé la parola arte, musa ispiratrice della poesia dell'animo umano mentre il porco telefilm è semplicemente un prodotto dozzinale di cui è impossibile che l'umano ingegno possa avervi trasfuso qualcosa può più di quello che c'era in un mobiletto dell'Ikea.

La cosa è tragica perché quando una convinzione diventa così forte da classificarsi come granitica: la mia marca di cellulare è assolutamente migliore della tua e viceversa. Automaticamente diventa passibile di grandi errori.

Mi sembra un po' la stessa menata della parola classica riferita alla musica
un altro bellissimo esempio riguarda la parola fantascienza che viene spesso utilizzata a sproposito da chi afferma di odiarla ma ne esalta invece degli esempi calzanti come roba classica.

Mi dispiace per tutti questi signori ma il film è un prodotto commerciale né più né meno del telefilm. Certo ci sono i registi indipendenti, il festival dove si tende a premiare qualcosa che sia insegnante, ma possiamo dirlo tranquillamente che poi i film che vengono veramente distribuiti se non sono sorretti da qualche sponsorizzazione politica come accade in Italia alla fine non vengono visti da nessuno se non sono anche "piacevoli".
Basterebbe “La prima cosa bella” un'opera fallace nella narrazione e impropria nell'uso del flashback per condannare un filmetto recitato malamente da ¾ del cast a condannare la parola film.
“La prima cosa bella” ha delle riprese sciatte, simili a quei telefilm italiani dove la professionalita' e opzionale, una colonna sonora rubacchiata qui e la.

Il film definibile come arte, nel senso che portano qualcosa di importante fra di noi e ti vengono cultura accettata spesso sono inaspettati. Se pensiamo alla definizione di una frase qualsiasi come “non fare Rambo” abbiamo appena utilizzato un tassello molto importante della cultura popolare e persino chi come me non ha mai visto nessun film della serie sa perfettamente chi era Rambo, che faccia aveva e cosa faceva.
In pratica Rambo pur essendo un film d'azione, il genere che considerato una schifezza dei cultori dell'arte filmica, è diventato in realtà un tesoro comune della cultura popolare dell'intero pianeta tanto che si può andare tranquillamente da un inglese o da un francese e probabilmente la frase mantiene il suo significato mentre ad esempio dire piovono gatti non ottiene il medesimo scopo.
Quindi Rambo è sicuramente cultura, sulla parola arte che ha già una definizione Incerta... sorvolerei.

Prendiamo il caso di film molto acclamati come Pacific Rim, vera e propria tavanata che di bello ha solo il ritmo e qualcuno potrebbe dire gli effetti speciali. In pratica hanno preso Evangelion e Brain Powerd e dopo averli saccheggiati si sono dimenticati di fare una trama.
Altro film assolutamente inguardabile per chi non è interessato a vedere gli ultimi sviluppi della tecnologia di Ray tracing, battleship, dimentica persino il fatto che la marina durante la seconda guerra mondiale era molto diversa dal mondo odierno e per degli uomini in uniforme degli anni 40 accettare ordini da una sconosciuta, donna quindi, per di più il colore su di una nave senza neppure porsi una domanda è semplicemente impensabile.
Così come pensare che un incrociatore sia rifornito e armato durante il disarmo è quanto meno bizzarro.
In pratica il film battaglia navale era una brutta accozzaglia che non ha una trama, non ha la sospensione dell'incredulità non è neanche lontanamente logico con quattro vecchi di almeno ottant'anni che si portano a spalla un'automobile Il risultato è quantomeno pessimo.


Se prendiamo invece altro film d'azione, fatto da gente che evidentemente aveva un'idea, guerre stellari, sicuramente per un quindicenne di oggi non è così esaltante ma all'epoca era qualcosa di mai visto prima. Ed e' trasversale perche' comunque ha una storia, una trama. Non ha buchi narrativi, non e' statico.
Ci sono tanti film che hanno lasciato il segno, ci sono tanti film bellissimi, ci sono tanti film che a mio giudizio rientrano appieno nella definizione arte.
Purtroppo ci sono anche tanti film che rientrano nella definizione martellarsi gli zzzz.
Spesso volentieri sono quelli considerati in qualche modo artistici probabilmente perché chi li propugna questa maniera o è una persona estremamente noiosa dentro per il quale tedio e la sofferenza rappresentano piacere oppure semplicemente non hanno capito dove sta il messaggio o dove sta la logica del racconto (perché e' questo che sono i film: un racconto) e allora Classificandole come arte si pongono nella situazione di dire: io ho capito il messaggio criptico e se voi non lo vedete allora siete delle capre.

Mi sembra un po' la situazione che ci fu quando il libro “il nome della rosa”: riscosse un esagerato successo. A me il libro piacque, tranne la fatica delle prime pagine, e lo trovai intrigante. Il 90% della popolazione all'epoca si vantava di averlo letto ma in realtà aveva sfogliato al massimo una decina di pagine e quando dopo aver sentito che avevano letto il libro in maniera così gioiosa entravo nel discorso questi viravano verso altri lidi in maniera da non dover sostenere una discussione su qualcosa che non conoscevano. Anche di questo libro fecero il film, non era un gran film, questo diede a molti l'idea che avendo visto la versione in celluloide potessero ormai considerarsi degli esperti anche della versione cartacea che è piuttosto pingue. Ovviamente si ripresentavano le situazioni precedenti.

Questo racconto per dire che sebbene molti considerassero arte e ingegno un buon romanzo e per tale motivo siccome era stato molto pompato tutti volevano farne parte ma in realtà a nessuno fregava niente. Il tipico lettore che aveva letto il nome della rosa in genere era un divoratore di libri che non si spaventava davanti a quattro dita di carta ed era tutt'altro che una un romanzo popolare.

Per salvaguardare i film inutili e pessimi esistono bizzarrie (accordi, scambi o buste?) per premiare i film peggiori.
La prima cosa bella” (sottotitolo: sono sfigato, stolto e mammone)
Miglior compositore delle musiche bari festival.. ma stiamo scherzando? Patric hernandez?
Miglior sceneggiatura... (David di Donatello, ciack, alkbarda...). Casso ma allora gli altri in concorso come erano? Come quelle opere d'avanguardia che celiano nei racconti con il cast immobile per 2 ore? Un film sulle scorenege? un documentario sulla velocita' del bradipo in real time?
In pratica il peggior film che ho visto negli ultimi 4 anni ha fatto strage di premi?
Evidentemente qualcosa non funziona...


Ma stavamo in realtà parlando del confronto tra i film e telefilm.
I telefilm nascono inizialmente come qualcosa di più povero non tanto perché volessero o non volessero essere arte ma perché il budget era ridotto e contemporaneamente era richiesta una serialità che permette di abbassare i costi oltre a creare affezione.

I migliori film non vengono presi da dei romanzi complessi, altrimenti ne sono solo una versione ridotta che in taluni casi fanno sorgere solo un sacco di domande perché manca sempre qualcosa. Il film assomiglia più racconto, una cosa breve quello praticamente che si può scrivere in un centinaio di pagine poco più. Ovviamente ci sono delle eccezioni.
Il telefilm per dire la sua serialità ha sempre avuto dei limiti dati dalla lunghezza del singolo episodio, dal fatto che esiste un altro episodio e dalle spese che devono essere obbligatoriamente ridotte. La truppa del film, in particolare il regista e il cast, spesso dopo una tirata di qualche mese vengono coperti d'oro e si riposano per qualche anno per “riprendersi” della fatica.
Per questo motivo inizialmente i telefilm si basavano su una serialità ripetitiva come uno stampino.
Come costruire in fabbrica.
Tutti gli episodi erano fatti come dei film in formato ridotto e tutti gli episodi erano identici al primo.
Questa nasceva come un'esigenza che all'epoca veniva viste maniera assoluta: la necessità che uno spettatore che avesse saltato una o più puntate non si trovasse in difficoltà. 
Ricordiamoci anche che negli anni passati non tutti in casa avevano una televisione e quando c'era era una. Era raro riuscire a seguire un telefilm. Più facile vedere un paio di puntate.
Nel contempo questa forte similitudine tra gli episodi aiutava a non perdere il pubblico acquisito.
Possiamo vedere questa serialità nei racconti che sono stati portati in tv del duo ELLERY QUEEN.
Gli autori, noti anche per aver ideato Colombo riadattarono alcuni dei racconti brevi compresi nelle raccolte più famose
Se guardiamo oggi Queste 22 puntate prodotte nel 1975, in Italia arriveranno solo negli anni 80 sparse un po' ovunque come orario, notiamo c'è un prodotto ancora vedibile, con una buona narrazione, non particolarmente lento e i semi di molte produzioni anche italiane che verranno solamente scritte trent'anni dopo. La serie ruota attorno a pochissimi personaggi, in genere l'azione finisce sempre con le stesse scene: il figlio che spiega il padre cos'è successo. Nonostante ciò è più fresco di tantissimi telefilm odierni.
ELLERY QUEEN È il prototipo e' la sintesi della serialità vecchia maniera ed è difficile capire quale sia la sequenza anche vedendo le puntate a ritroso non è possibile capire che l'ordine è stato invertito.
Questo per alcuni sminuisce l'oggetto telefilm per quanto non è sempre un problema.
Ma gli anni passano e non esiste semplicemente la serialità e questa viene pian pianino arricchita di piccole cose inizialmente con timidezza come ad esempio succede in happy days dove non avendo idea di dove si sta andando alla fine ogni pretesto è buono per mettere dentro un'aggiunta alla ricetta cosa che poi non si può cancellare. Ma i giorni felici un telefilm in un'epoca d'oro passata dell'immaginario collettivo americano, e successivamente europeo, dove le donne erano casalinghe felici, gli uomini lavoravano e i figli cominciavano scoprire la parola libertà per quanto ci abbiano segnato in realtà non è tutto questo gran prodotto.. Lo era per il fatto che non esisteva niente di altrettanto bello e felice in circolazione. E i film non erano molto meglio.

Verso metà  degli anni 80 ci si rende conto che forse il grosso limite dei telefilm fino a quel momento era una questione di budget. Forse è il caso di utilizzare una truppa più consistente durante la produzione non basta riprendere tre volte la stessa auto rossa con la striscia bianca sul fianco guidata da due protagonisti nella stessa via  e utilizzare il girato per 10 episodi perché non ci sono i soldi per fare delle riprese successive. È forse il caso di utilizzare una seconda macchina da presa una seconda truppa che si impegni a fare il riempitivo, come già accade nei film, e magari evitare quelle riprese fatte con l'auto appoggiata sul camion dove si vede benissimo che è molto più alta delle auto che scorrono lateralmente. In realtà sono problemi e difetti che hanno anche alcuni film a basso costo girati magari in 8 o 16 mm.
Però la gente sta diventando più esigente e arriva il primo telefilm che pur mantenendo una serialità comincia a parlare lo stesso linguaggio del cinema: spendiamo.

Miami vice Fu la prima serie TV a sfruttare tecniche fino a quel momento soltanto cinematografiche, come la fotografia, le luci, il montaggio e soprattutto la musica scritta appositamente, che allora non veniva ancora solitamente usata nelle produzioni televisive.
Perché alla fine del 1984 il grosso della differenza tra un telefilm un film per i denigratori del primo non era il racconto, dopotutto alcuni erano tutt'altro che pessimi, ma era la questione industriale di costi. Così si arriva a spendere e ovviamente il successo colossale della serie non si fece aspettare e non solo fu una pietra miliare dal punto di vista qualitativo e scenografico ma impose anche moda, modi di dire e spostò le classifiche musicali.
Tutto era curato: i vestiti avevano uno stile, le auto, l'illuminazione era brillante, i colori erano saturi (per quanto mortificati dall'ntsc e dalla dimensione della pellicola), tutto era SCELTO o creato su misura come la colonna sonora (non certo una porcata come “l'ultima cosa bella”).

Si può tranquillamente affermare che questa serie televisiva ha avuto un effetto dirompente sulla cultura e sulla società rappresentando in maniera, per quanto stereotipata, notevole quello che sono stati gli anni 80. Un fuoco d'artificio.

Oggi anche i telefilm meno costosi fanno uso di una truppa composta di tecnici per le luci, hanno una colonna sonora specifica, e se avanzano qualche soldo importano qualche hit del momento.
Ma le cose non si sono certo fermate al 1984 quando si preparava i telefilm capirono che forse era il caso di andare oltre la mera serialità e oggi tutti telefilm, anche quelli più seriali, contengono avviluppate delle altre storie anche se minimali. CSI, scena di un crimine, rappresenta uno dei prodotti di punta dei telefilm. Non è un prodotto innovativo dal punto di vista narrativo e di produzione: ripetitivo, seriale eccetera. Nonostante questo all'interno della trama della puntata i personaggi crescono e lo fanno in maniera più convincente e lineare di una volta.

Ma successo CSI non rientra nella trama, che tutto sommato è la stessa delle migliaia di puntate di telefilm passati e dimenticati, ma appoggia su due grossi cardini.
Il primo cardine che in Italia non abbiamo ancora si chiama professionalità. Ogni ripresa è fatta con le luci giuste, professionalmente, in maniera ineccepibile e ad alto livello. Molti film non raggiungono questi standard. Il secondo cardine è rappresentato che almeno nella prima serie del 2000, dopo scivolerà progressivamente verso la fantascienza, il laboratorio della scientifica così citato nelle serie precedenti diviene non solo attore primario ma raccontato con dovizia di particolari mai visti prima. Una sorta di spettacolo alla National Geographic ma molto più pirotecnico.
I paroloni che tutti conoscono perché ripetuti fino alla noia e allo sfinimento in tutti i polizieschi che siano di carta sul grande schermo o su quello piccolo finalmente hanno una faccia.
È stata data una risposta spettacolare a una serie di parole assai conosciute come suono ma mai come significato.
Questo non solo crea diversi spin off ma anche molti imitatori. Persino i film ormai seguono le orme lasciate da da questo telefilm. Un bel rovesciamento delle parti, non è più l'alunno che segue il maestro.

Ma non è finita perché In realtà sono anni che i telefilm sono usciti dalla serialità nel 1993 qualcuno fece un telefilm di fantascienza, un genere che viene snobbato da coloro i quali hanno la puzza sotto il naso ed è per questo che probabilmente come genere è uno di quelli che sperimenta di più, creano babilon5.
Per quanto è ancora parzialmente ancorato alla serialità è impossibile vedere una delle qualsiasi serie alla rovescia perché in ogni puntata c'è un tassello che porterà a delle conclusioni. Alcuni eventi che capitano nella prima serie si intersecheranno in maniera dura, inequivocabile, con quello che succederà due o tre anni dopo. E questo può succedere unicamente perché le cinque serie sono state scritte a tavolino prima di iniziare a girare e questo è l'unico caso conosciuto fino a quel momento.
Questo sembra una cosa di poco conto ma in realtà apre nuovi orizzonti narrativi e indica una cosa banale che se il film può permettersi cose che il piccolo schermo non può fare è anche vero il viceversa perché nessun film può durare 150 ore.
In realtà non è l'unico telefilm fatto così,Twin Peaks per quanto rimaneggiato durante la produzione doveva essere un prodotto analogo ma breve (miniserie si chiamano oggi) ma alla fine quando non si sa dove si vuole andare a finire in fuori solo un brutto pasticcio come del resto è capitato a LOST dove si sapeva benissimo dove partire ma non dover arrivare.

Se vogliamo vedere un discendente diretto di babylon5 dobbiamo attendere parecchio e andare su di un telefilm di cappa spada, oggi si direbbe fantasy.
Game of Thrones Irrompe sulla scena nel 2011 e diviene istantaneamente iconico. Non esiste più la serialità, non esiste piu' un budget da pezzenti. La storia è potente ed è già un discreto successo tra gli amanti del genere e per quanto scritta in maniera un po' ruvida sono 11 libri già pronti. Molti personaggi sono dettagliati in maniera molto più approfondita che nella maggior parte dei film. In pratica si possono permettere di fare quello che per anni i film non sono riusciti a fare.
Costo a parte sono più simili il trono di spade e i sei film sugli hobbit di quanto molti siano disposti a dire. La vera differenza tra i due è solo di soldi e di qualità degli effetti speciali. Ovviamente un libro che da mezzo secolo è nel gotha ovviamente produce immediatamente una risposta diversa ma noi qui stiamo discutendo della differenza che c'è tra un telefilm e un film.

Il problema di Peter jackson è sostanzialmente nella brevità del film e pur accorciando destra manca si è dovuto rassegnare a fare  sei puntate, Tre per libro.
Sostanzialmente ha creato un telefilm per il grande schermo. Se poi guardiamo la lunghezza in minuti un libro lo ha tradotto in sei ore che equivalgono grosso modo a nove puntate: la lunghezza di molti telefilm.
D'altro canto il trono di spade ha molta più acqua davanti a sé e marcia inesorabile verso la quarta serie e la quinta e la sesta. Ci sono scenari già scritti, dei che nascono, battaglie da vincere e draghi da cavalcare a lungo. (si, ho letto tutti i libri). Se riusciranno a mantenere lo sprint potrebbe divenire colossale.

Così come ci sono tantissimi film che sono seriali molto più di telefilm come colombo, basta pensare a quell'accozzaglia di gente ignorante di motori che va sotto il nome di Fast and Furious. Veloci e stupidi, mia traduzione personale, è l'apoteosi della serialità con un livello di spettacolarità altissimo e una conoscenza della fisica decisamente agli antipodi rispetto a CSI.
In pratica veloci e stupidi altro non è che una versione ad alto costo di Hazzard ma, se permettete, il secondo è decisamente migliore nonostante i decenni sulle spalle e il budget decisamente ridotto all'osso. La macchietta di P.Coltrane che vola nel fosso tenendo lo statico flash con orecchie svolazzanti sulle ginocchia e' pura ironia zuzzerellona.
Un duro che parla di auto facendo er dipiu' ma sbagliando perche' in quel cofano non e' possibile fare quello che dice e' solo piu' stupido e piu' muscoloso di Rosco Pervis Coltrane ma non mi fa sorridere. Perche' lo scemo del villaggio in genere viene deriso non elevato ad eroe figo e macho.

Dopo tutto questo sproloquio è chiaro che entrambi i modi di raccontare sono sostanzialmente due facce della stessa medaglia nei quali ci possono essere prodotti che segnano un'epoca o minuti interminabili che non riescono a raccontare nulla. Anzi, io li paragonerei più agli omologhi di carta che tutto sommato ne rappresentano le radici. 
Nei libri esistono diversi modi di narrare: romanzi, romanzi brevi, racconti, raccolte di racconti seriali (il club dei vedovi neri e' un telefilm su carta?) che possono o meno essere in relazione tra loro e persino fumetti.

Alla stessa tregua anche racconti per immagini non sono necessariamente migliori o peggiori a secondo del genere di appartenenza inteso come film o telefilm ma si possono classificare in buoni e meno buoni.

Noi andiamo verso una fruizione sempre più rapida ed è per questo che film molto lunghi, diciamo intorno alle tre ore, sono ormai una cosa rarissima se non unica.
Addirittura spesso per prendere più soldi un film da tre ore viene venduto a distanza di pochi mesi come due film diversi anche se già girato tutto insieme (hunger games).

Il telefilm rappresenta un buon sistema per questa nuova fretta che ci assale così come i tre minuti di una canzone rispetto ad una sinfonia.
Possiamo trovare prodotti ottimi, artistici?, In entrambe le fruizioni così come pessimi.

Telefilm come Eli Stone con la sua squinternata poesia a me piacciono molto mentre film idioti come Battleship sono sicuramente inferiori al 90% dei telefilm nonostante abbiano speso come un bilancio statale (225.000.000$ per la cronaca). 
In pratica la differenza e' solo nei costi di piu' di 100 milioni orari per un film del cavolo che solo un'idiota manderebbe in produzione   e da 1,5 (galactica) a 7 per un ora di telefilm (game of thrones) di fascia alta.

House of card Non sarebbe stato fattibile in un formato da grande schermo salvo richiamare sei o sette volte il pubblico in sala sperando che non se n'andasse sul più bello vanificando la costruzione che si concretizza alla fine della seconda serie.

Definire Band of Brothers come qualcosa che è inferiore per definizione ad un film è semplicemente da idioti visto che almeno il 95% dei film è definibile inferiore entro i primi cinque minuti di visione. Se ti è piaciuto salvate il soldato Ryan Questo è come il seguito del libro e non è di certo considerabile inferiore ma anzi.



Non ha senso definire un metodo narrativo migliore di un altro.

Non ha senso definire alcunché se non il risultato.


3 commenti:

Anonimo ha detto...

Preferisco quando spari a zero su questioni tecniche o politiche

Anonimo ha detto...

Babylon 5...
che ricordi! Fantastico.

Piervittorio ha detto...

Quasi completamente d'accordo. Forse il limite del telefilm e della serie è nella sua durata obbligatoria, che impone dei ritmi narrativi che spesso sono incompatibili con il quadro complessivo dell'opera.
E così ti ritrovi con episodi in cui il momento epico, non interrompibile, viene compresso o spezzato in due, o alle volte eventi minori, ma di fondamentale importanza per il prosieguo della narrazione, vengono diluiti in episodi che, tra flashback e lentezza complessiva, sono poco più che un intercalare.