giovedì, maggio 12, 2011

epopea del watt 1/3

L'epopea Eroica dei watt.
Per quanto può sembrare incredibile oggi sembra impossibile sapere che Potenza possiede un amplificatore, e non sto parlando di sapere esattamente che Potenza possiede vedendone la curva distribuita su vari tipi di carico, roba da impallinati, ma uno schifosissimo dato numerico giusto per sapere se stiamo parlando della fonovaligia della nonna o dell'amplificatore idoneo a sonorizzare un concerto di David Bowie a San Siro con 100.000 persone.

Ancora una volta bisogna ringraziare quel personaggio di poca testa chiamato consumatore.

Fino a qualche anno fa, esistevano solo le valvole, si usava definire la potenza di un amplificatore in base a quanta corrente anodica beveva quest'ultimo. È abbastanza semplice capire che se entravano 100 W non ne potevano uscire che meno.
Mancando degli strumenti in grado di leggere l'intero spettro audio si utilizzava un sistema abbastanza semplice quanto geniale: collegando al posto degli altoparlanti una banale resistenza con sopra un termometro si risaliva alla potenza efficace, quella cioe' che era equivalente a provocare l'EFFETTO in corrente continua. Si noti che questo sistema era lo stesso per misurare le potenze Di tutta l'elettromeccanica in generale e il termine stesso di potenza efficace (http://it.wikipedia.org/wiki/Valore_efficace)è rimasto fino ai giorni nostri.

Gli anglofoni la chiamano RMS.
Quando comprate una lampadina da 15W sono 15W RMS.

Come al solito passano i decenni, i mezzi secoli e i governi ma la tecnica non cambia per nulla.


Quindi le prime misurazioni erano alquanto semplicistiche, alzare il volume è vedere quanto riesce ad uscire. Immediatamente qualcuno si accorse che non basta che esca qualcosa ma è necessario che esca quello che interessa a noi. Per vedere se esce lo stesso segnale che entra è relativamente semplice: si prende il segnale uscente lo si attenua con delle resistenze e lo si sottrae a quello entrante. Se non rimane nulla i due segnali sono identici altrimenti vuol dire che si è aggiunto o tolto qualcosa. Anche questa misurazione è fattibile a casa nostra con una manciata di resistenze e un paio di potenziometri.

Ovviamente la distorsione THD NON è l'unica che dovrebbe interessarci ma è sicuramente la più semplice da comprendere.
Ancora una volta, sempre nel tempo delle valvole, qualcuno definì che per Misurare la potenza non si doveva eccedere così tanto con la manopola del volume da trasformare il segnale audio da rullo di tamburi a Pernacchie a raffica.


In questa accezione scopriamo quindi la prima misurazione moderna della potenza per gli amplificatori audio: Potenza continua efficace con una distorsione che dipende dall'uso che ne andremo a fare.
Alla fine degli anni 60 hi-fi voleva dire per le normative tedesche al massimo 1%. Un ampli economico da casa anni 80 aveva lo 0.01%.

Ma tutto ciò non bastava ancora, si poteva misurare quanta potenza usciva, si poteva misurare solo quella che era utile poiché sufficientemente indistorta ma quale segnale utilizzare per effettuare la misurazione non tutti si sono mai messi d'accordo: lo spettro proposto dai tedeschi o dagli americani, ovviamente diversi, oppure un tono sinusoidale su di una frequenza media, solitamente 1000 Hz. La questione non è peregrina alcuni ampli offrono prestazioni significativamente diverse poiché variando la distorsione, ricordate sopra, varierà anche la potenza misurata.

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